Cari boomer

Luigi Brugnaro.
Luigi Brugnaro ritratto da Micol Stelluto.

E sicché il problema sarebbe che noi giovani non abbiamo voglia di lavorare. Di sacrificarci, di lottare. Di fare lavoretti, di vivere in periferia. Di risparmiare per comprare una casa, di tirare la cinghia per metter su famiglia. Oh poveri stronzi! Oh grandissime teste di cazzo! Siete degli ingrati, arroganti, ignoranti e pure in malafede.

Ma non vi rendete conto che avete reso l’Italia il desolato ospizio della vostra demenza senile?

Vi abbiamo preso alla lettera, disgraziati. 600,000 giovani in 10 anni fuggiti all’estero. Qui dove piove sempre. Qui dove parliamo una lingua che voi nemmeno conoscete. Ma almeno abbiamo un lavoro, il salario minimo e i contratti alla luce del sole.

Continuate così. A darci degli imbranati, senza riconoscere l’opulento privilegio che vi è toccato in sorte. Voi, il cui unico merito è stato nascere al momento giusto nel luogo giusto nella famiglia giusta. Voi, i primi che avete studiato. Voi, che usciti dalle università avevate l’imbarazzo della scelta.

Le carriere da programmare. I sogni da rincorrere. La pensione da bramare. I concorsi pronti. Le cattedre libere. Le aziende che vi davano la caccia. Il posto fisso al municipio ad aspettarvi. Gli investimenti coi soldi di papà da fare.

Quanto è deserto invece il deserto fuori dalle nostre università. Noi, che non abbiamo abbastanza mani per reggere le nostre inutili lauree. Noi, che sappiamo fare questo, quello e anche quell’altro. E che invece ci abbassiamo a fare stage gratuiti per convertire i vostri PDF.

Che dire: avete vinto voi.

Bravi. Pero diteci: com’è stato ricostruire il paese facendo debito su debito, sapendo che quando arriverà il conto non sarete voi a pagarlo? Avete costruito il vostro futuro, indebitando il nostro presente. L’Italia è il quarto paese più indebitato al mondo. Un debito che non abbiamo fatto noi, visto che non eravamo ancora nati. Ma per favore, diteci ancora che siamo noi il problema.

Noi con i nostri pronomi e le nostre idee confuse. Noi che ai miei tempi signora mia c’erano solo uomini e donne, come dio li ha creati. Noi che quando c’era lui i treni partivano in orario.

Ma l’anima de li mortacci vostra. Che i soldi della pensione vi vadano di traverso. Voi, con le vostre simpatie fasciste e il vostro ipocrita cattolicesimo di facciata. Voi con il vostro razzismo strascicante e la vostra omofobia da bar, ora che non si può più dire niente, dite.

Ne abbiamo abbastanza. Il futuro aspetta noi, non voi. Ma anche qui, paradossalmente, avete vinto voi. Perché il vostro destino è fare il vento, come si dice a Roma: vi siete abbuffati al ristorante, ma scapperete prima di pagare il conto. Tranquilli, lo faremo noi per voi.

Lo stivale si sta allagando. In un pendolo tra siccità e alluvioni. Qualche anno ancora e ci saranno 40 gradi all’ombra. Ma voi non avete di che preoccuparvi. Starete bene al fresco, altrove. Morti convinti di essere stati dalla parte del giusto – ultimi baluardi delle buone vecchie maniere, in un paese di ricchioni, immigrati e scansafatiche.


Postilla

Questo testo è da intendersi come opera letteraria. I toni, le parolacce, gli insulti sono stati scelti per dare espressione a una rabbia generazionale. Rappresentano, cioè, lo sfogo di una generazione affamata e senza futuro, stanca di sentirsi bullizzata da un’altra generazione, inconsapevolmente arroccata nel proprio privilegio, nel bel mezzo di una subdola ma sconcertante normalizzazione di ideologie razziste, sovraniste e oligarchiche.

In una parola: fasciste.


Leggi anche “Lettera a un settantenne sull’uguaglianza“.

Per saperne di più sui miei libri: “Contro il nichilismo. La scommessa atea e umanista di Sisifo” (Diogene Multimedia, 2020); “Come se Dio fosse antani. Ateismo e filosofia senza supercazzole” (Nessun Dogma, 2018).

Licenza Creative Commons

Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale

Crediti per l’immagine: Micol Stelluto – Opera propria. Rilasciata con CC BY-SA 4.0

2 commenti

  1. Ciao Giovanni,

    è da tempo che non ti leggo. Sono felice di ritrovarti in queste righe – che condivido a pieno. Spero tu stia bene,

    buona settimana Marta Marta Brambilla My next holidays: 26.05-04.06.2023 – personal holiday 26.08-03.09.2023 – personal holiday

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